E’ un po’ che non leggo un bel
libro, principalmente perché non ho tempo e secondariamente perché quando ho
tempo, preferisco fare altro, tipo relazionarmi con il gentil sesso. Non
leggendo libri dunque, non scrivo più articoli e la cosa devo dire mi
dispiace, forse molto di più del fatto in sé di non leggere. Ecco perché ho
deciso di buttar giù queste righe, primo per farmi “sentire” dopo qualche mese,
poi per stimolare la mente, hai visto mai tornasse l’ispirazione per la lettura
(senza che se ne vada, si spera, quella per il suddetto gentil sesso). In
effetti un libro lo avrei anche letto recentemente, ma contrariamente a quanto
faccio di solito, mi sono buttato sulla saggistica piuttosto che sui romanzi.
Andiamo per ordine. A Mostacciano, ridente quartiere periferico di Roma sud sud sud, c’è un mercatino dell’usato che da quel che so dovrebbe essere una specie di franchising sparso per lo Stivale. Questo mercatino (che poi è enorme ed è al coperto), ha il pregio di avere un sacco di bellissimi oggetti di antiquariato in legno (che io amo anche se non saprei dove mettere), vinili (che io amo e quelli so dove metterli) e libri usati (che io amo sia perché so dove metterli sia per il prezzo irrisorio). Quando non ho nulla da fare e la Stella Cometa nel cielo mi porta in pellegrinaggio a Mostacciano, faccio sempre un salto al mercatino e compro qualche libro, anche se so che non lo leggerò mai. Tanto costano poco (dovrei scrivere un post su quanti libri ho comprato e sono anni che aspettano che io li legga). L’ultima volta ho comprato un libro sulla numerologia, antica scienza (se scienza vogliamo chiamarla, anzi, chiamiamola disciplina) che studia i numeri, o meglio la funzione magica dei numeri. Il fatto che non riesca nemmeno a spiegare cosa sia la numerologia dovrebbe di per se farvi capire quanto questo libro mi abbia aperto la mente, ma a dire il vero il libro mi è piaciuto, proprio perché lo scopo dell’autore (un tale che insegna Shakespeare nelle università americane ma che nel tempo libero studia l’occultismo), non era quello di scrivere un trattato di numerologia, bensì dare un’alternativa gratuita al lettore, per auto-predirsi il futuro con i numeri.
Partendo dal presupposto che per la numerologia i numeri da prendere in considerazione sono solo dall’1 al 9 (e occhio che il 9 porta pure sfiga a quanto dire) ho scoperto, in base al nome e alla data di nascita, che il numero del mio destino è il 2, mentre quello che guida il mio cammino attraverso questa vita è il 5. Vi chiederete che cosa possa interessare me e soprattutto voi, tutto questo. Nulla, appunto. Però il libro è scorrevole e tutto sommato divertente, cosa che non mi aspetterei certo da un saggio. Considerando poi che non sapevo nulla dell’argomento, non può che avermi insegnato qualcosa, da usare in un futuro come vorrò, magari vincendo dei soldi a “chi vuol essere milionario” con una bella domandona sulla numerologia (a proposito, lo fanno ancora il programma?).
La morale di questo post, iniziato come esercizio di stile per tenermi in forma con la scrittura, è in fondo quella di invitarvi, ogni tanto, a leggere qualcosa che non avreste mai pensato di leggere nella vostra vita. Probabilmente non vi cambierà la giornata né sicuramente vi spingerà a licenziarvi e a buttarvi sulla lettura dei tarocchi a Via del Corso, ma certamente vi lascerà un qualcosa e comunque, potrà sempre rivelarsi un argomento utile da tirar fuori in discoteca, quando a l’ennesimo rifiuto della polacca in trasferta a Roma, giocherete la vostra ultima carta chiedendo: “Qual è il tuo numero del sentiero?”. Non rimedierete un bacio, ma se il suo numero sarà 9, almeno saprete che la tipa avrà una vita piuttosto sfortuna. Tiè, pija e porta a Varsavia.
Andiamo per ordine. A Mostacciano, ridente quartiere periferico di Roma sud sud sud, c’è un mercatino dell’usato che da quel che so dovrebbe essere una specie di franchising sparso per lo Stivale. Questo mercatino (che poi è enorme ed è al coperto), ha il pregio di avere un sacco di bellissimi oggetti di antiquariato in legno (che io amo anche se non saprei dove mettere), vinili (che io amo e quelli so dove metterli) e libri usati (che io amo sia perché so dove metterli sia per il prezzo irrisorio). Quando non ho nulla da fare e la Stella Cometa nel cielo mi porta in pellegrinaggio a Mostacciano, faccio sempre un salto al mercatino e compro qualche libro, anche se so che non lo leggerò mai. Tanto costano poco (dovrei scrivere un post su quanti libri ho comprato e sono anni che aspettano che io li legga). L’ultima volta ho comprato un libro sulla numerologia, antica scienza (se scienza vogliamo chiamarla, anzi, chiamiamola disciplina) che studia i numeri, o meglio la funzione magica dei numeri. Il fatto che non riesca nemmeno a spiegare cosa sia la numerologia dovrebbe di per se farvi capire quanto questo libro mi abbia aperto la mente, ma a dire il vero il libro mi è piaciuto, proprio perché lo scopo dell’autore (un tale che insegna Shakespeare nelle università americane ma che nel tempo libero studia l’occultismo), non era quello di scrivere un trattato di numerologia, bensì dare un’alternativa gratuita al lettore, per auto-predirsi il futuro con i numeri.
Partendo dal presupposto che per la numerologia i numeri da prendere in considerazione sono solo dall’1 al 9 (e occhio che il 9 porta pure sfiga a quanto dire) ho scoperto, in base al nome e alla data di nascita, che il numero del mio destino è il 2, mentre quello che guida il mio cammino attraverso questa vita è il 5. Vi chiederete che cosa possa interessare me e soprattutto voi, tutto questo. Nulla, appunto. Però il libro è scorrevole e tutto sommato divertente, cosa che non mi aspetterei certo da un saggio. Considerando poi che non sapevo nulla dell’argomento, non può che avermi insegnato qualcosa, da usare in un futuro come vorrò, magari vincendo dei soldi a “chi vuol essere milionario” con una bella domandona sulla numerologia (a proposito, lo fanno ancora il programma?).
La morale di questo post, iniziato come esercizio di stile per tenermi in forma con la scrittura, è in fondo quella di invitarvi, ogni tanto, a leggere qualcosa che non avreste mai pensato di leggere nella vostra vita. Probabilmente non vi cambierà la giornata né sicuramente vi spingerà a licenziarvi e a buttarvi sulla lettura dei tarocchi a Via del Corso, ma certamente vi lascerà un qualcosa e comunque, potrà sempre rivelarsi un argomento utile da tirar fuori in discoteca, quando a l’ennesimo rifiuto della polacca in trasferta a Roma, giocherete la vostra ultima carta chiedendo: “Qual è il tuo numero del sentiero?”. Non rimedierete un bacio, ma se il suo numero sarà 9, almeno saprete che la tipa avrà una vita piuttosto sfortuna. Tiè, pija e porta a Varsavia.