martedì 6 settembre 2016

Questo non è un articolo come tutti gli altri


Per la prima volta in questo blog, squillino le trombe, non vi parlerò di un libro bensì di un fumetto. Il fumetto è Dylan Dog e l’albo, per la precisione, è il numero 74 (novembre 1992) dal titolo: Il lungo addio. Compro Dylan Dog da diversi anni ma mentre prima lo facevo solo in estate, attratto dall’idea di leggermelo sotto l’ombrellone, da qualche tempo è un appuntamento fisso mensile, tanto che ormai mi annovero tra i grandi fan dell'investigatore di Craven Road. Come in tutti i romanzi, come in tutti i fumetti, come in tutti i cartoni animati, ci sono volte in cui la storia piace da impazzire e quelli in cui si resta un po’ delusi. Ci sta. Recentemente ho letto su internet qualche informazione in più sul fumetto e sul suo ideatore, Tiziano Sclavi e ho scoperto che, a detta di molti, l’albo più bello è appunto Il lungo addio, risalente alla bellezza di 24 anni fa! Mosso dalla curiosità l’ho trovato, in ottime condizioni, al solito mercatino dell’usato e colmo d’emozione, l’ho iniziato a sfogliare sul comodo divano di casa. 
Bhé, lo posso dire senza paura di espormi: l’albo è bellissimo e quasi quasi commuovente. Non voglio dire che sia il più bello che abbia mai letto anche perché non ci sono mostri o brividi come in altre storie, ma è senza dubbio bello e emozionante. Se avete letto almeno un “Dylan Dog” nella vostra vita, questo albo non ha niente a cui vedere con gli altri perché non ci sono mostri né vampiri né diavoli. E’ una storia d’amore, forse La Storia d’Amore di Dylan Dog, dove il mostro non ha le fattezze del licantropo ma del tempo che passa e del rimpianto per le scelte che si fanno (o che si potevano fare). Non so che dirvi. Forse lo si può apprezzare meglio se si conosce già il personaggio ma sono sicuro che se anche non aveste mai letto nulla di Dylan Dog, trovereste la storia comunque coinvolgente e introspettiva. Vi domanderete, ma come può un fumetto, un semplice fumetto, suscitare emozione come potrebbe farlo un libro? Può eccome, pensate alla poesia ad esempio, che secondo me è molto simile al fumetto. In poche righe, in pochi versi, può emozionare e racchiudere in tre parole quello che un libro potrebbe non spiegarti in capitoli interi. Per me leggere questo albo è stato come rinnamorarmi ancora di più del personaggio e del fumetto, come se avessi scoperto un lato nuovo e bello di una persona che pensavo di conoscere ed amare già così, ma che è riuscita a sorprendermi ancora. 
Voglio chiudere questo post con un messaggio, forse il primo che provo a lanciare da queste pagine virtuali: leggete i fumetti e non vergognatevene! Che siano italiani, americani o manga non conta, scoprirete un mondo che non immaginavate e vi accorgerete che per amare il genere non è necessario essere un nerd o un emarginato. Che il Lucca Comics sia con voi.