Per la prima
volta in questo blog, squillino le trombe, non vi parlerò di un
libro bensì di un fumetto. Il fumetto è Dylan Dog e l’albo, per
la precisione, è il numero 74 (novembre 1992) dal titolo: Il
lungo addio. Compro Dylan Dog da diversi anni ma mentre prima lo
facevo solo in estate, attratto dall’idea di leggermelo sotto
l’ombrellone, da qualche tempo è un appuntamento fisso mensile,
tanto che ormai mi annovero tra i grandi fan dell'investigatore di Craven
Road. Come in tutti i romanzi, come in tutti i fumetti, come in tutti
i cartoni animati, ci sono volte in cui la storia piace da impazzire
e quelli in cui si resta un po’ delusi. Ci sta. Recentemente ho
letto su internet qualche informazione in più sul fumetto e sul suo
ideatore, Tiziano Sclavi e ho scoperto che, a detta di molti, l’albo
più bello è appunto Il lungo addio, risalente alla bellezza
di 24 anni fa! Mosso dalla curiosità l’ho trovato, in ottime
condizioni, al solito mercatino dell’usato e colmo d’emozione,
l’ho iniziato a sfogliare sul comodo divano di casa.
Bhé, lo posso
dire senza paura di espormi: l’albo è bellissimo e quasi quasi
commuovente. Non voglio dire che sia il più bello che abbia mai
letto anche perché non ci sono mostri o brividi come in altre
storie, ma è senza dubbio bello e emozionante. Se avete letto almeno
un “Dylan Dog” nella vostra vita, questo albo non ha niente a cui
vedere con gli altri perché non ci sono mostri né vampiri né
diavoli. E’ una storia d’amore, forse La Storia d’Amore di
Dylan Dog, dove il mostro non ha le fattezze del licantropo ma del
tempo che passa e del rimpianto per le scelte che si fanno (o che si potevano fare). Non so
che dirvi. Forse lo si può apprezzare meglio se si conosce già il
personaggio ma sono sicuro che se anche non aveste mai letto nulla di
Dylan Dog, trovereste la storia comunque coinvolgente e
introspettiva. Vi domanderete, ma come può un fumetto, un semplice
fumetto, suscitare emozione come potrebbe farlo un libro? Può
eccome, pensate alla poesia ad esempio, che secondo me è molto
simile al fumetto. In poche righe, in pochi versi, può emozionare e
racchiudere in tre parole quello che un libro potrebbe non spiegarti
in capitoli interi. Per me leggere questo albo è stato come
rinnamorarmi ancora di più del personaggio e del fumetto, come se
avessi scoperto un lato nuovo e bello di una persona che pensavo di
conoscere ed amare già così, ma che è riuscita a sorprendermi
ancora.
Voglio chiudere questo post con un messaggio, forse il primo
che provo a lanciare da queste pagine virtuali: leggete i fumetti e
non vergognatevene! Che siano italiani, americani o manga non conta,
scoprirete un mondo che non immaginavate e vi accorgerete che per
amare il genere non è necessario essere un nerd o un emarginato. Che
il Lucca Comics sia con voi.