venerdì 7 ottobre 2016

Attenzione, alla fine della lettura del seguente articolo, avrete voglia di mangiare una seada. Forse anche due.

Ci sono quelle città che sogni di vedere per tutta la vita e quelle che mai ti saresti aspettato di visitare e che invece il destino ti ha fatto incontrare. Il mio destino, ad esempio, mi ha fatto conoscere Cagliari, città mitologica che per trent'anni ho osservato su una cartina ma che credevo che lì avrei lasciato per tutto il resto della mia vita. Eppure eccola qua, la capitale della Sardegna, la grande città che a confronto del continente è poca roba ma sull'Isola è una sorta di New York con i ricci di mare buoni. L'ho girata poco è vero ma quel tanto che è bastato per fissare nella mente le piazze, gli scorci, gli odori e qualche spiaggetta niente male, che se ce l'avessimo sul nostro Tirreno, faremmo anche mille chilometri per godercela. 

E quindi, con le memorie cittadine fresche, ho letto con piacere “Metropolis” di Flavio Soriga, un giallo tutto sardo, ambientato per l'appunto nella Cagliari contemporanea. Ci sono i carabinieri, è strapieno di carabinieri, ma va bene, ci devono essere per forza altrimenti chi indagherebbe? E poi c'è l'alta borghesia cagliaritana, quella che fa avanti e indietro tra Londra e gli USA ma non rinuncia alla villa in collina, a due passi dal mare. Poi ci sono i poveracci, quelli che fanno i pastori, quelli che fanno i baristi, quelli che non fanno nulla. La città è raccontata con garbo, l'autore ci porta un po' ovunque, come se ci fossimo seduti sul sedile del passeggero e un Cicerone con l'accento sardo ci portasse in giro per Cagliari. Ovvio che ci sia sangue, che ci siano depistaggi, bugie, lacrime, dubbi, ma quello è il bello del giallo e comunque Soriga non gli da troppo peso, sembra raccontare questa trama non tanto perché appassionato del genere in sé, quanto come scusa per poi raccontare la città. Come dire: vorrei scrivere tanto una bella guida smart su Cagliari ma come faccio a non risultare noioso? Scrivo un bel giallo e lo ambiento in ogni quartiere della città, dalla spiaggia alle periferie più lontane! Non metto in dubbio che possa sbagliarmi ovviamente, magari l'autore è invece un grande appassionato di gialli e anzi, ci teneva a lasciarci con il fiato sospeso fino all'ultima pagina. Ma resto convinto che la trama, in fondo, gli interessasse poco e meglio così sinceramente, perché il giallo non è che sia poi così tanto appassionante mentre la descrizione della città e delle sue atmosfere, ti fa venire voglia di tornarci o di scoprirla per la prima volta. 


Ora mi è venuta l'ispirazione per un giallo ambientato a Trigoria o magari a Torvajanica, che dite? “Quer pasticciaccio brutto de via de Trigoria” oppure “Er mistero der tellinaro ammazzato a mezzanotte”. Votate gente, votate.