Ci sono quelle città che sogni di vedere per tutta la vita e quelle che mai ti saresti aspettato di visitare e che invece il destino ti ha fatto incontrare.
Il mio destino, ad
esempio, mi ha fatto conoscere Cagliari, città mitologica che per
trent'anni ho osservato su una cartina ma che credevo che lì avrei
lasciato per tutto il resto della mia vita. Eppure eccola qua, la
capitale della Sardegna, la grande città che a confronto del
continente è poca roba ma sull'Isola è una sorta di New York con i
ricci di mare buoni. L'ho girata poco è vero ma quel tanto che è
bastato per fissare nella mente le piazze, gli scorci, gli odori e
qualche spiaggetta niente male, che se ce l'avessimo sul nostro Tirreno,
faremmo anche mille chilometri per godercela.
E quindi, con le
memorie cittadine fresche, ho letto con piacere “Metropolis” di
Flavio Soriga, un giallo tutto sardo, ambientato per l'appunto nella
Cagliari contemporanea. Ci sono i carabinieri, è strapieno di
carabinieri, ma va bene, ci devono essere per forza altrimenti chi
indagherebbe? E poi c'è l'alta borghesia cagliaritana, quella che fa
avanti e indietro tra Londra e gli USA ma non rinuncia alla villa in
collina, a due passi dal mare. Poi ci sono i poveracci, quelli che
fanno i pastori, quelli che fanno i baristi, quelli che non fanno
nulla. La città è raccontata con garbo, l'autore ci porta un po'
ovunque, come se ci fossimo seduti sul sedile del passeggero e un
Cicerone con l'accento sardo ci portasse in giro per Cagliari. Ovvio
che ci sia sangue, che ci siano depistaggi, bugie, lacrime, dubbi, ma
quello è il bello del giallo e comunque Soriga non gli da troppo peso, sembra raccontare questa trama
non tanto perché appassionato del genere in sé, quanto come scusa
per poi raccontare la città. Come dire: vorrei scrivere tanto una
bella guida smart su Cagliari ma come faccio a non risultare noioso?
Scrivo un bel giallo e lo ambiento in ogni quartiere della città,
dalla spiaggia alle periferie più lontane! Non metto in dubbio che
possa sbagliarmi ovviamente, magari l'autore è invece un grande
appassionato di gialli e anzi, ci teneva a lasciarci con il fiato
sospeso fino all'ultima pagina. Ma resto convinto che la trama, in
fondo, gli interessasse poco e meglio così sinceramente, perché il
giallo non è che sia poi così tanto appassionante mentre la
descrizione della città e delle sue atmosfere, ti fa venire voglia
di tornarci o di scoprirla per la prima volta.
Ora mi è venuta
l'ispirazione per un giallo ambientato a Trigoria o magari a
Torvajanica, che dite? “Quer pasticciaccio brutto de via de
Trigoria” oppure “Er mistero der tellinaro ammazzato a
mezzanotte”. Votate gente, votate.