Lo sapete, io non vi do mai grandi dettagli su un libro che
ho letto. Se vi aspettate un riassuntino, uno schema di trama, una descrizione
dei personaggi, non sono i miei post che dovete leggere. Io un libro lo racconto
partendo dalle sensazioni: mi è piaciuto o non mi è piaciuto. Tanto diciamo la
verità, dopo qualche mese che uno ha letto un libro, non se la ricorda nemmeno
la trama. L’unica cosa che ricorderà sarà: mi era piaciuto? Non mi era
piaciuto? A questo punto possiamo entrare un pochino di più nel dettaglio e ad
esempio classificare il livello di gradimento dei libri che mi sono piaciuti:
quanto mi sono piaciuti? Il grado massimo è il livello “Kundera/Chatwin”,
ovvero quegli autori dei quali sto pian piano leggendo tutti i libri e che
qualsiasi cosa scrivano (o scrivevano), anche una oggettiva schifezza, per me
restano comunque immortali e inarrivabili modelli da ammirare.
Ci sono poi, a
scendere, gli altri gradi di apprezzamento e c’è un autore che ho appena conosciuto,
che sto cercando di capire in che livello inserire. Si chiama Marcello Fois e
ha scritto un libro che si intitola “Stirpe”, un libro che entra di diritto (squillino
le trombe) tra i 10 libri più belli che abbia mai letto. Ne sono convinto. “Stirpe”
è la classica saga famigliare (di libri così ne ho letti milioni e il genere mi
piace tantissimo) ma quello che mi ha colpito è stato lo stile di Fois: una
prosa bellissima, un misto di italiano e dialetto sardo, che può raccontarti
anche eventi tragicissimi, ma li trasforma in poesia, in miele. Leggendo Fois si ha la
sensazione di essere di fronte ad un maestro, che parli a scolari
analfabeti e goffi. Ci sono delle frasi, dei concetti, delle descrizioni di
sentimenti, di fronte alle quali viene da pensare: “Ma io sarò mai in grado di
scrivere come scrive lui?” Secondo me no.
Adesso sono curioso, vorrei sapere se
questo Fois sa cavarsela bene solo perché racconta storie tormentate o è in
grado di farmi rimanere a bocca aperta anche buttando giù l’elenco della spesa
(secondo me si). Tirando le somme: come sempre non vi ho anticipato nulla di “Stirpe”,
quindi ve lo dovrete leggere sulla fiducia. Vi avverto: si piange. Ovviamente io
non ho pianto ma se avessi una certa sensibilità, avrei piagnucolato dalla
prima all’ultima pagina. Vi avverto: vien voglia di andare in continuazione su
Wikipedia ad approfondire gli eventi. Perché Fois racconta decenni di storia
sarda e mondiale, quindi alla fine del libro saprete tutto su Nuoro, sulla
Prima Guerra Mondiale, sull’affondamento del Lusitania e tanto ancora. Non so
se da ora comincerò a leggere tutto quello che ha scritto Fois; forse si,
forse no, forse si ma me la prenderò con calma e ci metterò una ventina d’anni.
Non so se arriverà mai ai livelli “Kundera/Chatwin” ma so di aver letto un gran bel
libro e di essere convintissimo nel consigliarvelo. E compratevi i fazzoletti. Tanti,
tantissimi fazzoletti.