mercoledì 5 luglio 2017

Devo disintossicarmi dai libri che parlano di Sardegna. Mo mi butto sul Gattopardo e ciao.


Lo sapete, io non vi do mai grandi dettagli su un libro che ho letto. Se vi aspettate un riassuntino, uno schema di trama, una descrizione dei personaggi, non sono i miei post che dovete leggere. Io un libro lo racconto partendo dalle sensazioni: mi è piaciuto o non mi è piaciuto. Tanto diciamo la verità, dopo qualche mese che uno ha letto un libro, non se la ricorda nemmeno la trama. L’unica cosa che ricorderà sarà: mi era piaciuto? Non mi era piaciuto? A questo punto possiamo entrare un pochino di più nel dettaglio e ad esempio classificare il livello di gradimento dei libri che mi sono piaciuti: quanto mi sono piaciuti? Il grado massimo è il livello “Kundera/Chatwin”, ovvero quegli autori dei quali sto pian piano leggendo tutti i libri e che qualsiasi cosa scrivano (o scrivevano), anche una oggettiva schifezza, per me restano comunque immortali e inarrivabili modelli da ammirare.
Ci sono poi, a scendere, gli altri gradi di apprezzamento e c’è un autore che ho appena conosciuto, che sto cercando di capire in che livello inserire. Si chiama Marcello Fois e ha scritto un libro che si intitola “Stirpe”, un libro che entra di diritto (squillino le trombe) tra i 10 libri più belli che abbia mai letto. Ne sono convinto. “Stirpe” è la classica saga famigliare (di libri così ne ho letti milioni e il genere mi piace tantissimo) ma quello che mi ha colpito è stato lo stile di Fois: una prosa bellissima, un misto di italiano e dialetto sardo, che può raccontarti anche eventi tragicissimi, ma li trasforma in poesia, in miele. Leggendo Fois si ha la sensazione di essere di fronte ad un maestro, che parli a scolari analfabeti e goffi. Ci sono delle frasi, dei concetti, delle descrizioni di sentimenti, di fronte alle quali viene da pensare: “Ma io sarò mai in grado di scrivere come scrive lui?” Secondo me no.
Adesso sono curioso, vorrei sapere se questo Fois sa cavarsela bene solo perché racconta storie tormentate o è in grado di farmi rimanere a bocca aperta anche buttando giù l’elenco della spesa (secondo me si). Tirando le somme: come sempre non vi ho anticipato nulla di “Stirpe”, quindi ve lo dovrete leggere sulla fiducia. Vi avverto: si piange. Ovviamente io non ho pianto ma se avessi una certa sensibilità, avrei piagnucolato dalla prima all’ultima pagina. Vi avverto: vien voglia di andare in continuazione su Wikipedia ad approfondire gli eventi. Perché Fois racconta decenni di storia sarda e mondiale, quindi alla fine del libro saprete tutto su Nuoro, sulla Prima Guerra Mondiale, sull’affondamento del Lusitania e tanto ancora. Non so se da ora comincerò a leggere tutto quello che ha scritto Fois; forse si, forse no, forse si ma me la prenderò con calma e ci metterò una ventina d’anni. Non so se arriverà mai ai livelli “Kundera/Chatwin” ma so di aver letto un gran bel libro e di essere convintissimo nel consigliarvelo. E compratevi i fazzoletti. Tanti, tantissimi fazzoletti.