Qualche anno fa (per motivi che non sto qui ad approfondire se no ci vorrebbero un paio di articoli in più) mi capitò di leggere l’Arte della Guerra di Sun Tzu. Ignoravo prima di allora che genere di libro fosse, ma lo vedevo costantemente presente nelle librerie, soprattutto nella sezione dedicata all’economia, al management e alla crescita di se stessi. Insomma, il reparto dove non leggerei nulla neanche a pagamento. Nonostante il mio ingiustificato snobismo, il libro è in realtà famosissimo perché è stato riciclato, nei millenni, da libro di strategia militare cinese, a libro di strategia per essere il migliore nella vita, negli affari o in tutto quello in cui si voglia eccellere. Scoprii inoltre, che una persona per me di alto profilo, addirittura teneva quel libro sul suo comodino, come ispirazione per il suo lavoro. E a quanto pare la stessa cosa facevano i grandi manager a livello mondiale. Accidenti! Allora mi sono chiesto, qual è il libro del mio comodino? Qual è il libro che posso e devo sfogliare ogni giorno, per avere ispirazione e risposte alle domande della vita?
Fino a qualche giorno fa pensavo potesse essere “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, ma mi sbagliavo. Il libro più bello mai scritto è senza dubbio “I Beati Paoli” di Luigi Natoli. Descrizione: il libro ha più di mille pagine ed è un romanzo a metà tra i Promessi Sposi e Beautiful. E come le soap opera, appunto, è avvincentissimo e ad ogni pagina può accadere (e accade) di tutto, tanto che le mille pagine sembrano volar via in un attimo e ce ne fossero altre mille, si potrebbe continuare a leggere senza indugi. La prima volta che sentii parlare di questo libro ero a Palermo, dove non a caso è ambientato, e la trama mi fu raccontata da un ragazzo che ci aveva addirittura scritto una tesi di laurea. Mi raccontò di questa antica setta leggendaria, che si era data come missione quella di punire le ingiustizie dei nobili e di consolare gli afflitti (spesso poveri contadini o umili artigiani). Mi raccontò della Palermo sotterranea dove essi si muovevano e dei vicoli che ancora oggi portano nomi di personaggi realmente esistiti ed inseriti nel romanzo. Mi disse anche che qualcuno accostava la leggenda di quella setta, alla nascita della mafia in Sicilia, anche se poi Leonardo Sciascia (voglio dire, mica l'ultimo scemo), disse esattamente il contrario, ovvero che la mafia millantò di avere origini dai Beati Paoli, per darsi un'aura positiva e un'origine nobile. Per chi come me ha avuto la fortuna di vedere Palermo e innamorarsene perdutamente, i Beati Paoli è il libro perfetto per immergersi nell’atmosfera ottocentesca della città. I Promessi Sposi? E chi sono? Son sicuro che se a scuola si facesse leggere i Beati Paoli, sarebbe un piacere farsi interrogare e anzi, si andrebbe avanti nei capitoli di spontanea volontà, senza accontentarsi di leggerne uno a settimana. Altro che addio ai monti sorgenti dall’acque.