C’è chi prenderebbe la macchina anche per andare al bar
sotto casa e chi a piedi, farebbe il giro del mondo. C’è chi prende sempre l’autostrada
perché si fa prima e chi preferisce le stradine di campagna perché ogni volta
si scopre qualcosa di nuovo. Poi ci sono io che sono una via di mezzo: abito in
un posto dove devo per forza prendere la macchina per fare la spesa ma dove a
piedi, potrei fare chilometri di spiaggia, tra case abusive e affascinanti alberi
scheletrici piegati dal vento.
Poi c’è chi, come Paolo Rumiz, ha provato a
farci capire che camminare è la cosa più bella del mondo e che il mondo,
appunto, lo conosceremmo molto meglio se invece di vederlo sempre dal finestrino
di una macchina, lo attraversassimo con uno zaino e con scarpe comode. Paolo
Rumiz è un giornalista con la passione per la scoperta e per le passeggiate e
si è messo in testa, a un certo punto, di farsi a piedi la Via Appia. Ma non la
via Appia moderna bensì quella antica: la prima strada d’Europa, la Regina
Viarium.
E l’ha fatto, mortacci sua (detto con simpatia). E’ partito
da Roma, zona Porta Capena ed è arrivato a Brindisi, attraversando fossi,
boschi, recinti, campi arsi dal sole, montagne, paesi, discariche, pur di
arrivare alla fine della via e farsi un meritato bagno nell’Adriatico. Perché dovete
assolutamente leggervi questo libro? I motivi sono molti, il primo che mi viene
in mente però è che fa venire una voglia irrefrenabile di camminare. Voi ce l’avete
mai una voglia irrefrenabile di camminare? Io sinceramente si, ma quasi mai
riesco a sfogarla. Forse perché alla fine, non saprei dove andare di preciso. Cosa
racconta in più questo libro? Racconta la storia di una via, la Via con l’iniziale
maiuscola, ma non parla di come sia stata costruita bensì di come è conservata
oggi, cioè male. Rumiz fa una scelta coraggiosa: vuole percorrere la via nel
suo tratto originale e fino a Capua tutto sommato ci riesce. Poi arrivano le
montagne: Benevento, la provincia di Avellino, le ultime curve prima di
arrivare in Puglia, dove tutto è pianura e il caldo è cocente. Ed è proprio in
Puglia che Rumiz si rende conto che l’Appia è più disastrata, anzi non esiste
proprio più. Fa impressione ad un certo punto, il fatto che l’Appia antica non
possa più essere percorsa perché finisce dentro l’Ilva di Taranto!
Ma il libro
non è solo questo: è anche un caleidoscopio di colori, di odori, di sapori. E’
la vita che pervade tutte le cittadine attraversate e le persone, spesso
archeologi, che l’autore ha incontro e che gli hanno permesso di scoprire angoli
nascosti, che spesso nemmeno chi ci abita di fronte conosce. Non avete idea di
quanta voglia mi sia venuta di camminare e di mangiare e di ascoltare e di
esplorare. Sarà perché Rumiz ti fa venire voglia o sarà soprattutto perché è
appena iniziato giugno e l’estate bussa prepotentemente alle porte del cuore. Tutte
le strade portano a Roma: torniamo a percorrerle a piedi, queste meravigliose
strade.
Che meraviglia! Io anche ho una voglia immensa di camminare, ma... devi anche trovare 10 giorni senza nulla. Come diceva nonna, ci riposeremo quando saremo morti (avoja a cammina').
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