venerdì 20 luglio 2018

Spengo la TV e non vi ascolto più.


Dave Eggers è un grande. E’ un grande per come scrive, intendo. Non so se leggerò tutti i suoi libri ma credo di si. Magari uno ogni due anni, con calma, per godermi questi suoi romanzi leggeri, che definirei da “sotto l’ombrellone”. Dave Eggers mi sta simpatico. Lo stimo ovviamente, come stimo chiunque sappia scrivere come fa lui. Dave Eggers mi fa sorridere eppure non lo conosco; non so nulla di lui come persona. Non so se sia democratico o repubblicano, se sia anarchico, se gli piaccia il nero o il bianco, il sale o il pepe, la Coca Cola o la Pepsi. La verità è che non me ne frega nulla di cosa pensi perché a me interessano i suoi romanzi. Potrei scoprire che la pensiamo in modo completamente opposto rispetto qualsiasi tema ma la cosa non mi scalfirebbe, perché a me interessa che sappia scrivere bene e che mi diverta: il compito che chiedo a un artista è questo. Eppure sembra che in queste ultime settimane in Italia, qualsiasi cosa si faccia di artistico, musicale, letterario, debba per forza schierarsi da una parte o dall’altra di una riga. Sembra che non si possa simpatizzare per un partito politico senza essere tacciati di razzismo e sembra che non si possa difendere un ideale senza essere accusati di buonismo. Ma forse non è un caso che molti scrittori o pittori vengano apprezzati solo dopo molti anni, quando il contesto sociale e politico è cambiato e non sono più letti o visti sotto la luce dei loro contemporanei.

Comunque se vi interessa, stavolta ho letto “Eroi della frontiera”, un romanzo che racconta la storia di Josie, una madre di famiglia che a un certo punto, prende i due figli piccoli e parte per un viaggio in solitaria in Alaska. Ovviamente dietro ci sono vari accadimenti che non sto qui a scrivervi però posso dire che rispetto agli altri libri di Eggers questo mi è piaciuto un po' meno. Sarà che quando un uomo scrive di una donna e vuole entrare nei suoi pensieri, non so mai quanto possano essere veri e aderenti alla realtà. Secondo me (ma non è detto che sbagli) un uomo dovrebbe raccontare di cosa passa per la mente di un uomo e viceversa, se volessi capire davvero cosa pensano le donne, dovrei leggere un romanzo scritto da una donna. Ma ripeto, magari mi sbaglio e la verità è che gli uomini analizzano meglio le donne e le donne conoscono più a fondo gli uomini di quanto io possa immaginare.


Un merito però voglio darlo a questo libro: è quasi impossibile capire come finirà. Quando ti rendi conto che mancano ormai dieci pagine, provi a capire cosa cavolo succederà a questa madre e a questi bambini ma non riesci a capirlo. Per quello che hai letto prima, potrebbero morire tutti, potrebbero vivere tutti felici e contenti, potrebbero tornare a casa o rimanere per sempre in Alaska, potrebbe accadere qualsiasi cosa forse anche un orso che irrompa nel loro camper e se li divori. Insomma, potrebbe accadere di tutto e quindi quelle ultime dieci pagine te le divori letteralmente (come un orso affamato) perché devi sapere come andrà a finire. Come finirà? Per saperlo, non resta che andare il libreria e scoprirlo. E non c’è bisogno di arrivare fino a Anchorage.

sabato 7 luglio 2018

Una musica può fare, Salvarti sull'orlo del precipizio, Quello che la musica può fare, Salvarti sull'orlo del precipizio, Non ci si può lamentare.


L’estate romana è strapiena di eventi: il difficile è trovare quello che ci piace, in un oceano di opportunità. Anche perché non è che uno può uscire tutte le sere per andare a teatro, cinema, rassegne, concerti, feste della birra, interviste dal vivo ecc… Diventerebbe un secondo lavoro. E quanti di voi vorrebbero un secondo lavoro?

Fatto sta che a inizio giugno sono andato al “Festival delle Letterature” alla Basilica di Massenzio, per una serata in cui un po’ di autori leggevano brani inediti dei loro libri. Tra questi c’era anche un americano di Detroit, un certo Michael Zadoorian, che non avevo mai sentito nominare. Ha fatto un bel discorso in inglese (grazie al cielo con sottotitoli in italiano proiettati su uno schermo) e ha raccontato di quanto per lui sia importante scrivere e quanto sia stato male nei periodi in cui non aveva l’ispirazione. E’ scattata subito la simpatia a pelle, soprattutto perché si vedeva che non capiva una parola di italiano e sembrava catapultato in un mondo di alieni, dove comunque lui, si stava muovendo con una certa disinvoltura (solo dopo ho scoperto che non solo questo Zadoorian è piuttosto conosciuto ma anche che non era certo la prima volta che veniva in Italia).

Quella sera mi sono comprato il suo ultimo libro “Beautiful Music”, edito dalla piccola casa editrice Marcos y Marcos (piccola rispetto a Mondadori o Feltrinelli). Perché ho scelto quel libro? Perché parlava di musica e di come la musica aveva salvato il protagonista del romanzo: un ragazzino appena entrato in un liceo di Detroit agli inizio degli anni 70. Bene, che vi devo dire: stupendo! Lo so che è un aggettivo che uso spesso per descrivere un libro ma questa è l’occasione giusta per rispolverarlo. Non è solo un romanzo in cui è impossibile non immedesimarsi con il giovane protagonista e trovarlo simpatico, ma è anche un viaggio nella musica rock di inizio anni 70, quando le piccole radio locali cominciavano a passare le prime note di gente che poi sarebbe diventata un pochino famosa: Deep Purple, Black Sabbath, Led Zeppelin, Pink Floyd, Beatles, Rolling Stones, Alice Cooper e cento altri. E’ un viaggio nell’adolescenza difficile di un bambino bianco, che si ritrova suo malgrado, coinvolto in scontri razziali con altri studenti di colore e che trema alla sola idea di compiere 18 anni e dover partire per il Vietnam. Un bambino che non sa suonare uno strumento ma che riconosce una canzone dalla prima nota, neanche fosse l’Uomo Gatto di Sarabanda. Un bambino solitario, per cui la musica in adolescenza, ha rappresentato l’unica boa a cui aggrapparsi, per non affogare in un mondo che corre troppo forte per uno che ha solo 14 anni.

Ps: ogni tanto comprate anche qualche libro di piccola e media editoria. Ok costano un pochino di più ma avrete l’opportunità di scoprire autori che altrimenti non avrebbero mai avuto spazio tra gli scaffali delle librerie.