Nella scelta di un libro nuovo da leggere, di solito, mi
faccio sempre guidare dal titolo. Difficilmente mi baso sul nome dell’autore e
ancora di meno sulla casa editrice. Eppure, a ben pensare, c’è una casa
editrice che adoro e i cui titoli in catalogo riescono spesso ad attirare la
mia attenzione. Sto parlando della Adelphi Edizioni. I libri Adelphi, in sé,
oltre ad essere mediamente interessanti, sono anche fisicamente belli, perché
la copertina è liscia, le pagine porose, i caratteri eleganti e tenerli in
mano, accarezzarli, dà la sensazione di leggere un qualcosa di prezioso. Ancora
una volta Adelphi non mi ha tradito perché l’ultimo libro che mi ha offerto è
stato “Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta” di Robert M. Pirsig. Non sarà facile
raccontare questo libro perché al di la della trama in sé, trasmette sensazioni
ed emozioni di difficile interpretazione e di ancor più di difficile capacità
di spiegazione. Per sommi capi si tratta di un racconto autobiografico, in cui
il padre/autore intraprende un viaggio in moto con il figlio e nel corso di
questo viaggio, analizza se stesso e il suo passato, attraverso una serie di
flashback che crede di aver sentito raccontanti dalla voce di un’altra persona
ma che in realtà sono suoi ricordi. Un po’ complicato vero? Ci sta, anche
perché è solo andando avanti nelle pagine che si capiscono certe cose e che la
verità sul passato del protagonista viene fuori. Nel frattempo, l’autore filosofeggia
intorno ad una sua teoria sulla qualità con cui le cose andrebbero fatte e nel corso del testo cerca di
dare una base alla sua tesi, raccontando nel frattempo la storia della
filosofia greca, vista dal suo punto di vista. Anche questo è un po’ complicato
da raccontare però.
Attenzione: il libro di per sé non è eccessivamente pesante
ma certamente, non può essere definito un romanzetto da leggere a letto la sera
se lo si vuole apprezzare nelle sue tante sfumature. Ogni termine ha il suo
significato solo se inserito in un contesto e ogni pagina necessita di assoluta
concentrazione in quello che si legge, pena, l’idea di non aver letto nulla e
di aver solo assaporato e poi perduto, qualcosa di valore. Non imparerete ad
aggiustare una motocicletta ma di certo, scoprirete l’arte di leggere un libro
pagina per pagina, parola per parola, consci che potrebbe essere un testo che
vi illumini il cammino con la sua idea di fondo, come potrebbe annoiarvi già
dalle prime battute e risultare più astruso di un libretto d’istruzioni in polacco.
Ma certo è, nel caso fosse la via dell’illuminazione a colpirvi, sarà un
piacere scoprirvi capaci di leggere un libro di filosofia, quasi riuscendo a
capirlo, senza il filtro di un libro di scuola o di un professore che ci metta
un mese solo per dirvi che Descartes e Cartesio solo la stessa persona.
Scoprirete
la verità sui sofisti e su Aristotele, cosa significhi la parola giapponese “mu” e l’universo che essa rappresenta, la grande idea di fondo del pensiero hippy e l’abbruttimento
dell’umanità quando si chiude in una macchina e si ritrova incolonnata nel
traffico mentre dal lato opposto della strada un tizio in moto sfreccia via,
lontano da me, lontano da voi, lontano dal mondo, alla ricerca di risposte a domande che non conosce nemmeno lui.
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