L’ultima volta che sono stato a un corso di scrittura
creativa, sono capitato vicino a una signora di una sessantina d’anni.
All’inizio non ci siamo parlati (a parte il “ciao ciao” di convenevoli) ma poi
mi sono reso conto che avevamo una cosa in comune: il gusto. Quando gli altri
partecipanti leggevano un racconto scritto sul momento, se una cosa non
era piaciuta a me non piaceva a lei e viceversa, quello che a lei piaceva,
risultava piacevole anche a me. Con questi presupposti la conversazione, nel
proseguire della giornata, è stata più attiva finché lei non mi ha
chiesto se avessi mai letto qualcosa di Paolo Di Paolo, confidandomi prima
ancora che rispondessi, che era il marito di sua figlia (forse era il
fidanzato, non ricordo bene). Io Paolo Di Paolo lo avevo sentito nominare ma
non avevo mai letto nulla, anzi ero convinto fosse abbondantemente in là con
l’età. Però facendomi due rapidi conti, il Di Paolo non poteva essere poi così
anziano, a meno che la figlia della signora non avesse gusti particolari e non
si fosse sposata uno più grande di lei. Paolo Di Paolo, ve lo svelo, è del
1983, quindi ha solo un anno più me.
Paolo Di Paolo è famoso e io no. Paolo Di Paolo scrive e io
no. Paolo Di Paolo immagino viaggi per l’Italia per presentare i suoi libri e
io al massimo viaggio per l’Italia per veder perdere la Virtus Roma. Ho
deciso di leggere “Dove eravate tutti”, scegliendo il libro non per la
copertina o per la trama ma semplicemente perché era in offerta al mercatino
dell’usato. Cercando di annullare il mio senso di invidia nei confronti
dell’autore (invidia ingiustificata visto che io non ci provo nemmeno a
scrivere), mi sono immerso nel libricino. E porca miseria, Paolo Di Paolo
scrive anche bene. Non solo, ha anche quella sottile ironia che mi piace molto.
Lo dico subito, il libro non mi è rimasto nel cuore, anzi, parte bene ma delude
un poco alla fine, ma quel che conta non è il racconto quanto la sensazione
di aver letto il libro di uno con cui avrei potuto andare in classe insieme o a
nuoto o a catechismo, o ovunque il destino ci avrebbe fatto incontrare. Siamo nati a pochi mesi di distanza, ergo, Di Paolo potrei essere io!
Io sono uno dei due lettori, ovviamente.
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