Qualche giorno fa ho fatto un sogno. Ero in uno spogliatoio
maschile e, in accappatoio, ascoltavo i discorsi che facevano gli altri uomini
nella stanza. Tra i vari discorsi, che a dire il vero non ricordo, solo uno in
particolare mi aveva colpito, tanto che, a sogno finito, ripetevo nella mente le
parole ascoltate. Due signori, più o meno sulla cinquantina (che nel sogno
sapevo essere sposati), parlavano di donne e uno diceva all’altro: “Quando ero
fidanzato, i primi tempi era una scocciatura perché dovevo sempre stare attento
a tutto e dovevo sempre vestirmi bene. Col passare del tempo poi, le cose sono
cambiate, tanto che abbiamo smesso di badare a certe cose e ad un certo punto,
ci siamo abituati a tutto. Anche all’alito pesante. Non era più importante
nemmeno che ci lavassimo i denti, tanto ci volevamo bene e sopportavamo
qualsiasi cosa. Quando una donna smette di lavarsi i denti, vuol dire che ti
ama”.
Riflessioni sul senso di questo sogno a parte, e riflessioni su quanto
per me sia importante lavarsi i denti anche al centotrentaquattresimo anno di
matrimonio, tutto questo mi ha fatto venire in mente un libro che, smettendo di
scrivere “riflessioni a parte”, a me è piaciuto tantissimo: “Il Re
dell’Avana” del cubano Pedro
Juan Gutiérrez. Gutiérrez, che oggi è docente universitario nonché poeta
nonché scultore, si avvicinò alla scrittura dopo una svariata serie di lavori,
che spaziavano dal gelataio all’istruttore di kayak. Nei suoi libri, il tema
principale è, neanche a dirlo, Cuba e i suoi abitanti, descritti e raccontati
senza veli (da intendersi sia in senso psicologico che nel senso di vestiti che
si levano). Il “Re dell’Avana” è quindi una sorta di romanzo soft porno, dove
il protagonista non fa assolutamente nulla da mattina a sera, se non cercare di
procurarsi qualcosa da mangiare (senza grande inventiva e voglia) e fare all’amore.
Fare all’amore con qualsiasi cosa gli passi davanti. E’ inutile dire che in molti
casi, l’alito del partner, non rappresenti un vincolo stringente alla realizzazione delle
avventure erotiche del protagonista.
In tutto questo, vi apparirà sotto gli
occhi una Cuba come non ve l'aspettate, lontana dalle immagini da cartolina e
molto più concreta. Vera. Esattamente la Cuba che non vorreste mai vedere
perché correreste il rischio di non raccontarla. Seppur il libro non mi abbia
ispirato voglia di prendere il primo volo per l’Avana (ma in effetti non credo
fossero queste le reali intenzioni dell’autore), la lettura è caldamente consigliata,
soprattutto sotto l’ombrellone, visto che il romanzo è piacevole, divertente e
con un finale a sorpresa, che io, per ovvie ragioni, e ovviamente riflessioni a
parte, evito di svelarvi.
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